Decima Stanza
Questa sala racconta attraverso i suoi oggetti il mestiere del contadino e del falegname. Sulle pareti si trovano oggetti come: aratri, gioghi, falci, pale e forconi utilizzati per il duro lavoro nei campi. L’esposizione degli aratri varia tra quelli più antichi in legno è quelli in ferro a voltorecchio che, avendo il vomere rovesciabile, facevano un’aratura veloce con solchi paralleli. Inoltre si notano: i marchi a fuoco (is sinnus) da imprimere al bestiame, gli svezzatoi applicati sul muso dell’animale per impedirgli di succhiare il latte, gli arnesi utilizzati per l’asportazione o la pestatura dei genitali, i cestini di vimini e di ferro (spotinus) che, venivano applicate ai buoi e ai cavalli durante la trebbiatura per impedire che mangiassero il grano e la paglia, gli svecciatoi macchinari per selezionare le sementi, e innumerevoli i ventilabri e i forconi di legno (pabias de bentuai e trebuzzus) utilizzati nella trebbiatura.
Questa stanza ospita anche il carro a buoi (carru a bois), utilissimo mezzo di trasporto che si sviluppò intorno alla metà del 1800 quando l’industria mineraria raggiunse il suo apice e si aveva necessità di trasportare il minerale estratto alla costa per essere imbarcato; il carro trainato dai cavalli (carretõi a cuaddu) e il calesse da passeggio, prerogativa delle famiglie più facoltose. Una parte della sala è dedicata al falegname con il bancone con la morsa, una pialla elettrica del 1925, seghe, trapani e un antico tornio a pedale.